Piccole crisi crescono

Imbarazzante. Mi ritrovo finalmente a scrivere il mio primo post su questo blog, o meglio, il mio primo post su UN blog, e si pone di fronte a me un muro di ostacoli insormontabili. In primo luogo, stanotte ho sognato di avere quattro occhi, uno dei quali aveva perso la sua naturale mobilità, e la cosa curiosa è che l'evento miracoloso della moltiplicazione oculare non mi scuoteva affatto, ma che uno degli occhi inutili non funzionasse a dovere, sì, quella era un'inenarrabile sciagura per me. Ebbene, capirete come io possa essere perplessa e ancora un po' scossa da tutto ciò. Ma c'è di più: scrivere direttamente in digitale senza potermi avvalere di una bozza cartacea mi disorienta e riduce sensibilmente le mie capacità sintattico-grammaticali, quindi presumo scriverò una serie di deprecabili cagate senza accorgermene (e, nel caso, mi scuso preventivamente). Intanto, questa premessa mi pare già stercoraria al punto giusto, ma in fondo è perfetta per introdurre l'argomento che volevo affrontare: l'inesorabile male di vivere che colpisce, prima o poi, ogni studente di lettere come noi. Certo, che sulla tua vita scenda un palpabile velo di pessimismo quando quotidianamente sei bersaglio di domande sulla falsariga de "Ah, sei de lettere? Ma che studi a letteratura contemporanea, BARICCO?!?!" è prevedibile quanto inevitabile.Tuttavia, quella che mi accingo a fare è più, se non un'autocritica, un'allegra constatazione di tutte le seccature e le masturbazioni mentali che noi wannabe letterati ci autoinfliggiamo, e che spesso imponiamo anche a chi ci sta attorno. Parliamoci chiaro, nel 90 % dei casi eravamo insopportabili anche prima di approdare all'università; ai tempi del liceo, tuttavia, ce la sentivamo calla abbastanza da tutelare la nostra integrità mentale: credevamo di essere dei veri e propri intellettuali, svegli e gagliardi, magari con l'attitudine alla poesia o all'aizzamento delle folle, e così, tra un "DURANTE IS MY HOMEBOY" e un "FREUD E MARX ME SPICCIANO CASA", ignoravamo di essere solo dei ragazzini saccentelli e scettici, un aborto della cultura occidentale. E' proprio quando ci siamo iscritti alla facoltà di Lettere e Filosofia che abbiamo, in un'epifania improvvisa, preso acquiescenza del fatto che in realtà siamo solo dei segoni: a quel punto  abbiamo cominciato a perdere entusiasmo e fomentation per tutto quello che agita e appassiona il genere umano, e, indistintamente, per la maggior parte delle cose animate e inanimate. Prima predisposizione distruttiva: formalismo obbligato, ovvero incapacità di gustarsi genuinamente la maggior parte dei libri in quanto, durante la lettura, sbucano a destra e a manca ambigue e amiccanti tecniche narrative che cercano di catalizzare tutta la nostra attenzione. Alla fine leggere un libro senza matita per prendere appunti a margine (nel mio caso penna, pennarello, evidenziatore, uniposca, acquarelli, e chi più ne ha più ne metta) diventa un'impresa impossibile, e finisci col rimpiangere i bei tempi in cui eri in pace con te stesso, ti chiudevi in cameretta con Harry Potter e annateveaammazzatutticorgas. Ah, ovviamente, non c'è bisogno di dire che il romanzo del Pinco Pallino di turno è a dir poco off-limits per noi. Altro punto dolente: portarci al cinema (o, un po' più raramente, cercare di condividere con noi gusti musicali) è uno strazio. Commenti a film variamente assortiti che ho partorito negli ultimi anni :"Fa caga'",  "Oh madreh.",  "Vabbè, la solita merdata", "Niente de che." o, eccezionalmente, "Oh, ma è delizioso! Comunque, se poteva fa molto meglio sfruttando i multipli spunti offerti dal blablabla". Quest'ultima tipologia di osservazione molto spesso ce la teniamo per noi perchè, prima di esprimere un giudizio in piena regola, bisogna valutare se si è davvero QUASI soddisfatti oppure se è solo la mera onda emotiva del momento. Con tutto questo non intendo dire che siamo un intralcio solo nel  dopo-film, anzi, torturiamo coscienze soprattutto nel momento della Scelta, essendo spesso attratti da trame del tipo "diaologo delirante e surreale di due oppiomani persi nel deserto del Qatar", quando invece ciò che desideriamo nel profondo del nostro cuore (?) è la messa sul grande schermo della versione integrale de "La Febbra 2". Insomma, siamo intimamente tormentati da multipli conflitti e ci divertiamo ben poco; le uniche attività che riescono a darci sincera soddisfazione sono la misantropia applicata, la tendenza al turpiloquio e/o la bestemmia creativa in endecasillabi (causata il più delle volte, in questo caso specifico, dalla mirabolante organizzazione di Roma Tre), l'invenzione verbale a uso privato, mostre oscure e poche altre cose. Dei campioni di ditarculismo estremo, insomma. Eppure una spiegazione alla perdita di vitalità dello studente di Lettere c'è, e sorprendentemente non è connessa al fatto che ogni singolo giorno la Laurea, andando contro tutte le leggi della fisica, si allontana sempre più, e noi la salutiamo con tanto di fazzoletto bianco smocciolato & agitato nell'aere e lacrimoni alla "Carramba, che sorpresa!". Se ho un merito, è quello di avere individuato l'oscura fonte di frustrazione e ansie: LA PILA DI LIBRI. Ovviamente mi riferisco a quella montagna di libri generalmente composta da una quarantina/cinquantina di esemplari che ogni studente tiene accanto al letto, e che desidera leggere "quando potrà stare tranquillo con gli esami": ora, non c'è nessun fatto negativo in sè per sè nell'avere un'orgia di libri sul comodino, se non forse la polvere (in sostanza no asma no problem); la tragedia è che fingiamo di non sapere che quella roba, probabilmente, la leggeremo in età pensionabile: svelato il dramma. Corrosivo e devastante.  Visti da questa prospettiva, acquisiamo un volto quasi umano: missione compiuta. Ora, dopo avervi torturato con l'impietoso elenco delle manie e delle smanie dello pseudo-letterato medio, finalmente una buona nuova: SeedsofKnowledge nasce anche per provare a lenire le nostre pene di eterni incompresi e per confrontare le nostre improbabili esperienze. Leggasi: siete invitati a condividere qualsivoglia sfogo e a esprimere i dubbi più spinosi, materiale che elaboreremo con cura certosina.
Per oggi basta scartavetrarvi i gioielli di famiglia, see you soon :D
Cleo

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2 commenti:

rachel ha detto...

bellissimoooooooo

Cleo ha detto...

:D grazie, lady vittoriana travestita da strafAiga!

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