Sono sincero: guardo con diffidenza a tutti coloro che alla parola "matrimonio" iniziano a storcere il naso e la bocca, nonchè ad essere preda di orticarie varie.
Allora, vediamo un po'. Come mai, oggi, è molto difficile trovare qualcuno che- anche per scherzo!- si sia posto come tappa da raggiungere quella di indossare l' anello all' anulare sinistro? Beh, il matrimonio è solo un contratto, una formalità; due persone possono amarsi anche senza vincoli istituzionali, senza che la loro unione sia legalizzata da un documento che col tempo ingiallirà e sarà mangiato da insetti alla maniera di quelli che- ogni tanto- trovo nei libri della biblioteca dell' università.
Ma sono di tutt' altro parere.
Il matrimonio è prima di tutto un sacramento, un segno efficace della grazia istituito da Gesù Cristo. State tranquilli, non siete incappati nella (im)morale predica di un simpatizzante della religione, della fede, della chiesa. Non state avendo a che fare con una persona dogmatica: anzi, colui che vi parla è una delle persone più laiche e imparziali che voi possiate trovare. Ma rendiamoci conto che il matrimonio è una delle istituzioni su cui è fondata la nostra società, la nostra identità, la nostra storia, il diritto che da sempre ci governa attraverso la famiglia. Che sia religioso o civile, il matrimonio è il segno della conciliazione e- allo stesso tempo- il segno della libertà, la libertà di scegliere; rappresenta l' amore, l' impegno concreto di due persone che hanno deciso di proseguire uniti il loro percorso di vita, affinchè possano costruire insieme qualcosa di positivo; il matrimonio è il segno della vita, la gioia che permette di vedere negli occhi di chi abbiamo al fianco la felicità di cui siamo fatti, anche sotto l' aspetto di un" cucciolo" che- da subito- : "Ha il nasino bello come quello della madre, ma la bocca è tutta del papà! "
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